IL CASO NON ESISTE - prima parte
“La storia ci insegna che l'umanità si evolve in modo significativo solo quando ha veramente paura: allora mette in primo piano meccanismi di difesa; a volte intollerabili (i capri espiatori e i totalitarismi); a volte futili (la distrazione); a volte efficaci (la terapeutica), mettendo da parte se necessario tutti i precedenti principi morali. Poi, una volta superata la crisi, trasforma questi meccanismi per renderli compatibili con la libertà individuale e per includerli in una politica sanitaria democratica. L'inizio della pandemia potrebbe innescare uno di questi timori strutturanti. “ 1
Inizia così il post del 3 maggio 20091 sul blog della testata giornalistica L’EXPRESS di Paris, di Jacques Attali. 2 Economista, saggista e romanziere, filosofo e docente di Economia teorica presso l'École Polytechnique e l'università Paris-Dauphine, Attali fu uno degli uomini più vicini a François Mitterrand e successivamente collaboratore del Nicolas Sarkozy, per il quale redisse il rapporto «Liberare la crescita». A questo progetto collaborarono anche gli italiani Franco Bassanini, già ministro per la Funzione pubblica, e Mario Monti, presidente dell’Università Bocconi, già commissario europeo. “Entrambi – scrisse Attali nella prefazione per l’edizione italiana3 - hanno avuto l’infinita cortesia di dedicare parte del loro tempo e delle loro energie alla modernizzazione della Francia.” Secondo altre fonti, Attali si avvalse anche dell’aiuto di un giovane, brillante e sconosciuto prodotto dell’Ena (la scuola dell’élite francese), che poi divenne l’attuale presidente della Francia: Emmanuel Macron. 4
L’autore del post prosegue ipotizzando una pandemia meno grave delle due precedenti (Mucca Pazza e Influenza Aviaria) o di una più grave. Ecco le parole di Attali:
“Se non sarà più grave di quanto i due
precedenti timori legati al rischio di pandemia (la crisi della mucca pazza del
2001 in Gran Bretagna e quella di influenza
aviaria del 2003 in Cina), che in primo luogo
avranno conseguenze economico significative (calo del
trasporto aereo, calo del turismo e prezzo
del petrolio); che avrà un costo di circa $ 2
milioni per persona infetta e abbasserà i mercati azionari di circa
il 15%; il suo impatto sarà
molto breve ( il tasso di crescita della Cina è diminuito solo
durante il secondo trimestre 2003, per esplodere
più in alto nel terzo); avrà anche
conseguenze in termini di organizzazione (nel 2003 sono state adottate
misure di polizia molto rigorose in tutta l'Asia; l'Organizzazione mondiale
della sanità ha istituito procedure di allarme globale; e alcuni
paesi, in particolare Francia e Giappone, hanno accumulato notevoli riserve di
farmaci e mascherine).
Se sarà un po 'più grave, il che è possibile, poiché trasmissibile dall'uomo, avrà conseguenze veramente globali: economiche (i modelli suggeriscono di pensare che questo potrebbe portare a una perdita di 3 trilioni di dollari, un calo del 5% del PIL globale) e politiche (a causa del rischio di contagio, i paesi del Nord avranno interesse a garantire che quelli del Sud non siano malati e dovranno garantire che i più poveri abbiano oggi accesso ai farmaci oggi stoccati solo per i più ricchi); si verificherà quindi una grave pandemia , meglio di qualsiasi discorso umanitario o ecologico, la consapevolezza del bisogno di altruismo, almeno interessato.”
Il discorso di un profeta o di analista esperto? Chissà. Il post si conclude con l’ipotesi di prevenzione, controllo e un governo mondiale.
“E, anche
se, come possiamo ovviamente sperare, questa crisi non
sia molto grave, non dobbiamo dimenticare, come con la
crisi economica, di imparare le lezioni, in modo che prima della prossima
inevitabile, dobbiamo mettere in atto
meccanismi di prevenzione e controllo, e processi logistici
per un'equa distribuzione di farmaci e vaccini. A tal fine, dovremo creare una forza di polizia
globale, un deposito globale e quindi un sistema fiscale globale. Verremo
allora, molto più velocemente di quanto la sola ragione
economica avrebbe consentito , a porre
le basi di un vero governo mondiale. È comunque grazie
all'ospedale che iniziò in Francia nel XVII secolo la
creazione di uno vero stato
Nel frattempo, potremmo almeno sperare nell'attuazione di una vera politica europea in materia. Ma anche qui, come su tanti altri argomenti, Bruxelles tace.”
Dopo la lettura di questo scritto è possibile cimentarsi in un’analisi dettagliata dei fatti che negli ultimi 12 mesi sono oggetto di dibattiti e numerosi interrogativi.
Alla
luce di quanto scrisse Attali nel 2009,
riferendosi alle epidemie della mucca pazza e dell’influenza aviaria e alle
previsioni di ulteriori pandemie, appare ancora più evidente che il mondo non
era all’oscuro dei rischi imminenti. Lo dimostra anche la video-denuncia5, nel 2015, del filantropo americano Bill
Gates, il quale aveva messo in
preallarme il mondo per nuovi virus pandemici, e il progetto per il “common vaccination
card/passport for EU citizen” (passaporto vaccinale comune per i cittadini
europei) inserito nel documento che indica una pianificazione dettagliata per
il periodo 2018-2022 da parte della
Commissione Europea. 6
Tutto
ciò premesso non si spiega come mai, nel 2019 l’apparizione in Cina del virus, denominato Covid 19, abbia colto l’intero pianeta
Terra totalmente impreparato. I dibattiti che imperversano nei salotti televisivi e
sui social dividono e sono oggetto di discussioni tra parenti, amici e
conoscenti mentre gli effetti nefasti della pandemia si moltiplicano. Oltre ai
morti da Covid, aumentano i morti a causa del Covid, l’assistenza sanitaria
comincia ad essere negata in virtù del rischio Covid e le risorse si stanno
concentrando solo sulla prevenzione da Covid. Inoltre le misure di contenimento stanno diventando pesanti in ogni ambito: sanitario-sociale-economico-familiare-scolastico-relazionale. La realtà sta evidenziando il
dualismo che si è venuto a creare tra chi pensa si stia esagerando con le limitazioni delle libertà personali e chi pensa sia tutto lecito ai fini della prevenzione. Il ragionamento scientifico, complice il sistema
mediatico, sembra essere quello unico da perseguire, pertanto qualunque ipotesi
e teoria che si discosti dal verbo: “E’
tutta colpa del virus, non si può fare altrimenti”, diventa automaticamente teoria del complotto. (N.B. In questa prima parte viene tralasciata l'aspetto riguardante l'origine naturale o artificiale della pandemia per focalizzare l'attenzione sulle misure prevenzione e gestione dell'emergenza).
Personalmente
ritengo che la natura ci possa aiutare a unire i puntini e ad abbracciare una
visione “inclusiva” e non “separativa” . Il dibattito tra ragionamento
scientifico e teoria del complotto sta diventando sterile e inutile, in quanto
non si può continuare a ragionare sempre con una visione dualistica
bianco/nero, destra/sinistra,
giusto/sbagliato etc. Né si può continuare ad assistere al rimbalzare di botta
e risposta come se fosse una sfida su chi vuole avere la ragione a tutti i
costi.
Esiste
un metodo scientifico che viene tanto osannato, secondo il quale tutto deve
essere ampiamente dimostrato, altrimenti è tutto falso. Secondo questo pensiero
chiunque metta in dubbio qualcosa di “scientifico” (che spesso è solo basato
sullo scientismo) viene denigrato,
tacciato di ignoranza e etichettato come negazionista
e/o complottista.
Ragioniamo
su questi due termini: complottismo deriva
da complotto per cui si suppone che
il complottista sia colui che esegue il complotto. Nella realtà viene definito
complottista non solo colui che crede nei
complotti, ma anche chi semplicemente pone l’attenzione su qualcosa che
suscita dei dubbi e utilizza ulteriori canali d’informazioni, oltre ai
principali giornali e Tv. La terminologia, talvolta aiuta a comprendere la
realtà: maggiore è l’uso distorto che si fa di una parola, maggiore è il
rischio che anche l’informazione non sia attendibile. Tra le certezze degli
effetti negativi dell’emergenza (e non si sta negando nulla, meglio precisare), i principali dubbi che in tanti si pongono sono i seguenti
2) Perché la simulazione di una pandemia da coronavirus, oggetto dell’evento denominato “Event 201 Pandemic Exercise”7 svoltosi a New York il 18 ottobre 2019, al John Hopkins Center for Health Security in collaborazione con il World Economic Forum e la Fondazione Bill & Melinda non è stata in grado di far scattare un allarme che si è verificato meno di due mesi dopo?
3) Come è potuto accadere che quasi tutti i governi del mondo si siano trovati sprovvisti o impreparati a gestire un piano antipandemico?
4) Chi sono i responsabili, oltre al povero Bill Gates, filantropo benefattore del mondo secondo alcuni, o demone incarnato secondo altri?
5) Chi ci guadagna dagli effetti devastanti di una pandemia di questo genere?
6) Perché nonostante 11 mesi di pandemia, e i lockdown basati sull’emergenza, con le terapie intensive, siamo ancora allo stesso punto di partenza?
7) E’ così deplorevole porsi tutti questi dubbi, considerato che le nostre vite ora sono scandite dai colori decisi da altri, ma soprattutto è lecito che la maggior parte dei diritti, acquisiti in anni di lotte siano spazzati via in nome e per conto dell’emergenza che qualcuno non ha saputo/voluto evitare?
(Fine prima parte)
Fonti:
1. - https://blogs.lexpress.fr/attali/2009/05/03/changer_par_precaution/;
- https://solidariteetprogres.fr/actualites-001/attali-une-petite-pandemie;
2.
https://it.wikipedia.org/wiki/Jacques_Attali
3.
http://www.astrid-online.it/static/upload/protected/Pref/Prefazione-di-Attali-ed.-it.--.pdf
7. https://www.lapressa.it/articoli/oltre_modena/la-pandemia-globale-di-coronavirus-simulata-nel-2019.
1.
Grazie per l'analisi dettagliata e lucida, illuminante sotto certi aspetti!
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