Donne.... che fare?
Ogni parola che diciamo o che scriviamo diventa subito un'energia, positiva o negativa, che assumiamo nel nostro corpo. Facciamo perciò molta attenzione, e tentiamo di lasciare anche sul web solo semi di luce, e di speranza fondata. (Marco Guzzi)
Che cosa può fare una donna in questo momento storico in una società che
sta vivendo il peggior momento di “umanità” e nello stesso tempo
sta dando un cattivo esempio di “intelligenza sociale”?
Essere donna non significa privilegio, anzi nella maggioranza dei casi accade il contrario, nonostante la consapevolezza di avere una responsabilità-dono, cioè “dare la vita”, nel senso più umile del termine, non arrogante, non presuntuoso, senza nessun senso di prevaricazione nè ombra di femminismo che esula da questa mia riflessione. Per cui in base a questa opportunità di dare la vita, dobbiamo acquisire la consapevolezza di avere una grandissima responsabilità nel periodo attuale, in cui si stanno distruggendo tante realtà, in cui, spesso, noi donne, anziché essere vigili e solidali, ci rendiamo complici di un sistema che non tutela le donne, le famiglie e i bambini. Infatti, spesso ci dimentichiamo delle vittime collaterali.
Da qui la mia idea di fare un Appello a tutte le donne:
Facciamoci portavoce di una nuova consapevolezza, senza cadere nella
trappola del femminismo, che altro non è che una forma di estremismo, perché
non dobbiamo prevaricare gli uomini, bensì collaborare con loro.
Non possiamo diventare vittime chinando sempre la testa, apparendo
accondiscendenti, sempre buone così come ci hanno insegnato: diventare brave
bambine, obbedienti, ragazze modello, mogli perfette. Essere donne e dare la
vita non significa soltanto partorire figli ma partorire idee, dare un
contributo, essere generatrici di vita, anche in ambito sociale e culturale.
Per anni la società ha relegato le donne che non potevano avere figli;
alcune sono state addirittura ripudiate per non aver dato un erede, eppure
alcune di loro hanno trasformato il loro dolore e la loro sofferenza scrivendo
libri di testimonianza, altre si sono dedicate al volontariato e alle lotte
sociali. E’ giunto però il momento di risvegliare e coltivare il nostro reale
potenziale soprattutto in questo periodo storico, triste e oscuro
all’apparenza, ma che costituisce l’anticamera di un periodo molto bello, come
descritto nel libro: “La tempesta prima della calma” di Neal
Donald Walsh. Stanno accadendo e accadranno per tutto il 2021, fatti
drammatici ma anche eventi molto belli, per chi riuscirà a coglierne il
significato e andare oltre. .
Dobbiamo essere preparate anche ad aiutare altre donne, che avranno un
brusco risveglio. Presto, tante realtà, nascoste per troppo tempo, vedranno la
luce e grazie ad essa avranno finalmente fine.
Al di là di ciò che stiamo vivendo, con tutte le difficoltà che vediamo
intorno a noi, la luce vince sempre, anzi, ha già vinto, perché
sta illuminando realtà orribili ma che necessitano di essere scoperte per poter
essere eliminate.
Per questo è necessario dare uno sguardo a ciò che succede nel mondo, senza
negare le evidenze che sono sotto i nostri occhi, in merito a ciò che stiamo
subendo col pretesto del virus.
E ci tengo a precisare che non sto negando nulla: il virus purtroppo esiste
ed è il frutto della mancata capacità degli esseri umani di saper vivere nella
Terra, perchè il vero significato della vita, la maggior parte delle persone,
non l’ha ancora compreso.
Non nasciamo per caso né moriamo per caso; anzi non moriamo
definitivamente, perché ci aspetta un’altra vita e non mi sto riferendo
all’aspetto religioso.
“Conosci te stesso” era la scritta che troneggiava sull’ingresso dell’ Oracolo di Delfi.
Dobbiamo imparare a conoscere noi stessi. Iniziamo noi donne. Possiamo
farlo. Impariamo a conoscerci, a sapere chi siamo. Abbandoniamo il verbo avere
e il verbo apparire, e abbracciamo il verbo essere, perché quando
cominciamo a dire IO SONO, allora abbiamo capito tutto.
E non sto dicendo io sono Simona ma io sono. Perché se qualcuno un
giorno mi togliesse il nome, io continuerei a esistere. Io non sono il mio nome
e cognome perché dentro di me c’è qualcosa, a cui viene dato un nome.
La mente può venire ingannata dalle immagini, che vengono recepite in
maniera subliminale dal nostro inconscio ma anche da altri individui che
conoscono questi meccanismi della mente. La maggior parte di noi non li conosce
perfettamente ma ci sono grandissimi esperti che osservano e prendono decisioni
sulle nostre vite sfruttando questa conoscenza che viene considerata “ingegneria
sociale”. Cosa possiamo fare? -
Possiamo dare un piccolo segnale: smettere di farci le fotografie con la
mascherina ad esempio.
Usare la mascherina da sole e immortalare la propria immagine può diventare
molto pericoloso, molto più dell’essere negazionisti perché si dà un
segnale chiaro: "Io obbedisco".
Le vittime obbediscono e, per chi conosce la storia delle donne vittime di
violenza, le vittime obbediscono anche quando non c’è il carnefice. Se il virus
fosse il carnefice che sfrutta la nostra obbedienza avrebbe gioco facile.
Purtroppo di virus ne esistono tanti, più sottili e molto più pericolosi,
ma evitiamo di dare potere ai virus. Ne esiste uno che si chiama Harbar
e vi invito ad andare a scoprire di cosa si tratta. E poichè da secoli il
virus che si è accanito contro le donne (e di conseguenza contro i loro figli)
ha assunto tanti nomi diversi, non diamo
potere a chi sta limitando i nostri diritti, non diamo potere a chi sta
utilizzando il pretesto di virus per annientare le nostre personalità, la
nostra salute psicologica e quella dei nostri figli, che sta inibendo le
nostre capacità di discernimento trasformandoci in individui spaventati e
pronti all’obbedienza cieca, sfruttando le nostre paure e i sensi di colpa
indotti ad arte.
Possiamo
iniziare con un piccolo gesto. Iniziamo a dire No ai “selfie” con la
mascherina. Non è un accessorio fashion. E’ una protezione (sulla cui efficacia
si potrebbe aprire un dibattito, che esula dall’intento di questo scritto) che
ci costringono a usare ma è anche un simbolo. E ogni simbolo ha i suoi
significati subliminali.
Anche l’8 marzo, è un simbolo. In questa foto l’emblema della lotta alla violenza ci dimostra come l’immagine rende l’idea del significato negativo che può assumere un simbolo. Le donne sono state, e lo sono ancora oggi, spesso zittite e non ascoltate. La mente associa l’immagine alla bocca chiusa. E la mascherina usata senza senso, in luoghi e in circostanze che non ne necessitano l’uso, richiama una forma di violenza, che anche se non percepita consciamente, viene utilizzata come mezzo di diffusione subliminale.
I social sono uno strumento che viene utilizzato per controllare i
comportamenti e da ciò che vedono gli osservatori in tanti sostengono che
stiamo dando potere ai carnefici. E noi vogliamo dare loro questo
potere?
Siamo donne, non dimentichiamoci, siamo capaci di dare la vita e possiamo farlo in
ogni momento. Anche senza mettere al mondo figli, generiamo idee,
soluzioni, gioia, infondiamo coraggio, speranza e fiducia. Occorre però essere
consapevoli di essere più di un semplice corpo fisico dotato di pensiero ma che
fatica a farsi ascoltare.
Siamo donne, esseri di luce, che vivono in un corpo fisico come gli
uomini, un corpo, a cui viene dato un nome al momento della nascita. Quel nome,
tra l’altro, ha delle caratteristiche che può segnare la nostra esistenza sotto
diversi aspetti, così come i condizionamenti che ci vengono imposti sin dalla
nascita nell’ambiente in cui viviamo.
Allora andiamo oltre, e facciamo si che oggi, 11 aprile 2021, nasca una
nuova consapevolezza, una nuova corrente di pensiero: donne che contribuiscono
alla rinascita di altre donne e, di conseguenza alla rinascita di una
società che ha bisogno di essere rinnovata, di essere riscattata da tanto
dolore e tanta sofferenza.
Dobbiamo ispirare serenità per poter generare questa trasformazione e
possiamo cominciare cercando una nostra serenità interiore. Iniziamo da noi.
Creiamoci uno spazio tutto per noi, dove riscoprire quel 6° senso che ci
suggerisce cosa fare e cosa non fare. Non è impossibile, al massimo solo un pò
più difficile del previsto
Iniziamo dall’intelligere
vale a dire "cogliere
(legere) il dentro (intus) e la relazione (inter) delle cose" e ascoltiamo il suggerimento del nostro sè
più profondo ricordandoci della frase attribuita a una delle donne italiane più
importanti dell'ultimo secolo, Rita Levi Montalcini: “Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di
mostrare nulla se non la loro intelligenza.”
Perciò care donne,
attraverso simboli, immagini e parole, iniziamo a lasciare una traccia che
porti un seme di consapevolezza ma soprattutto Luce e Speranza.
Simona
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